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» #UnaMarchigianaATorino: il Balon e Gran Balon

 

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Un computer. La mia musica del cuore e ritrovo un po’ il mio spazio.
La prima settimana a Torino è passata e ovviamente ci sono stati alti e bassi, almeno per quanto riguarda il mio umore. Essere una persona sensibile non aiuta, e mi sono accorta di quanto sia vero che se non muti dentro di te, se non cerchi di star bene con te stessa, puoi andare anche dall’altra parte del mondo ma non starai meglio. E questo è il mio scopo ora. Cercare di star bene con me stessa. Altrimenti questa vita non ha senso.

In questi primi giorni ho scoperto nuove piccole realtà di Torino, una città che mi appare come una signora elegante, apparentemente algida, ma dal cuore romantico, forse un po’ malinconica e dal sapore vintage. Una città che sa regalare emozioni profonde, viva. Immensa, ma allo stesso tempo non ti stritola in maniera soffocante, anzi, con i suoi grandi spazi ti permette di respirare, di sollevare lo sguardo e di vedere che il cielo è ancora lì, sopra di te, sopra tutti quei palazzi. E che se anche la malinconia ti spezza il cuore, puoi guardare in alto e ritrovare un po’ il sorriso.

 

Venerdì ho avuto l’occasione di vedere per la prima volta la Reggia di Venaria, in un particolare evento: è stata aperta di notte, al prezzo speciale di un euro, e ci ha accolti con le sue tante sale riccamente decorate, la galleria con il suo pavimento a scacchi ben nota che spicca continuamente su Instagram, e i giochi di luci, acqua e musica. Non sono riuscita a scattare molto, perché c’era – ovviamente – troppa gente. Ma conto di tornarci, magari in primavera, quando la luce e i colori dei fiori torneranno ad abbellire un po’ questo mondo. Ve ne parlerò magari tra qualche mese, sperando di portare a casa scatti degni di nota.

Sabato e domenica, invece, ho scoperto una Torino un po’ diversa: quella del Balon e del Gran Balon. Io e il mio ragazzo siamo appassionati di mercatini dell’antiquariato, soprattutto nella speranza di trovare libri a poco prezzo – io – e prime edizioni – lui -. E così eccoci lì a percorrere le vie del Borgo Dora, tra bancarelle dal sapore vintage, reperti storici, oggetti che hanno il profumo del passato, di altre vite, di persone lontane.

 

 

 

 

 

 

E mi sono persa. Persa tra quei ritagli di lettere che sanno d’amore, o d’amicizia, quelle cartoline antiche, quei quaderni di bambini di altre epoche. Pezzi di vita, di emozioni, di sentimenti che avrei voluto tanto rapire, portare a casa, e leggere nei momenti di solitudine, cercando di immaginare i volti di quelle persone, le loro storie d’amore, i loro pensieri, e di creare così almeno nella mia testa storie che possano far emozionare.
Penso proprio che prima o poi qualche lettera o cartolina la porterò via con me. Amo queste cose. Amo poter entrare a piccoli passi nel mondo altrui, cercando di emozionarmi anche un po’ insieme a loro. Perché in fondo se provo tanta sintonia con questa città è perché anche io mi sento un po’ una ragazza forse apparentemente fredda – a causa della mia timidezza e dell’essere abituata a star sola – ma con un cuore pieno di romanticismo, di malinconia e la continua voglia di emozionarsi, con le piccole cose. Voi non sapete quanto io ami le lettere, le cartoline, il profumo della carta, in netto contrasto con questa tecnologia che molto spesso sembra allontanare le persone, più che avvicinarle…

Abiti, macchinette fotografiche, macchine da scrivere, scarpe, oggettistica varia, libri, libri e ancora libri, e molto, molto di più. Il sabato, in particolare, ci siamo ritrovati in una zona piena di stranieri, e tra la musica araba e il loro vociferare mi è sembrato per un attimo di aver lasciato Torino ed essere finita in uno di quei grandi mercati africani o arabi. Eppure l’ho trovato in un certo senso affascinante, o per così dire “caratteristico”. Non so ben esprimermi, ma non mi è dispiaciuto (anche se mi sono limitata ad osservare).

 

 

Sì. Se penso al Balon penso a un mercatino delle pulci multietnico, dove non si respira solo aria italiana, ma dove i popoli si mischiano, dove sapori, odori, e oggettistica si mescolano tra di loro, creando qualcosa di unico e particolare. Alcune zone percorse da questo mercato poi mi hanno molto colpita. Mi piaceva percorrere quelle stradine piene di oggetti dell’antiquariato da un lato, e di trattorie con cucina tipica dall’altro. Un aspetto sicuramente diverso di Torino, che mi ha fatta sorridere, e comprendere che sì, questa città mi piace davvero molto, nonostante tutto. Sembrava per un attimo di passeggiare per le strade di una piccola provincia, che in quelle di una grande città. Ed è stato bello, sopratutto per me che sono nata e cresciuta in un contesto simile.

Ovviamente, non sono tornata a casa con le mani vuote: con me ho portato via tre libri, spendendo un totale di 3 euro! Non potevo resistere a questa tentazione, no? Tre titoli che mi hanno subito attratta. Poi Dacia Maraini mi piace molto come autrice, quindi sono molto curiosa di leggere altre sue opere, in questo caso anche molto personali.

 

 

 

In questa zona si trova anche il Turin Eye, la mongolfiera panoramica di Torino, che vi permetterà la città dall’alto, a un’altezza di 150 m.
Non so se avrò mai il coraggio di farlo, in realtà, vista la mia paura per il volo e l’altezza, ma sicuramente è un modo alternativo e davvero bello di poter avere un’altra visione della città.

 

 

 

 

Il Balon si svolge ogni sabato nelle vie Borgo Dora, Cottolengo, Lanino, Mameli, Salita del Maglio dalle 7 alle 17.
Il Gran Balon, invece, tutte le seconde domeniche del mese, dalle 8 alle 18.

(Info dal sito: http://www.balon.it)
Se avete occasione di venire a Torino, secondo me un salto è da fare, soprattutto se siete amanti di questi mercati. Io sicuramente ci tornerò, e spero di riuscire a fare anche qualche foto più particolare nelle prossime occasioni.

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