Ho un ricordo vivido delle elementari: la partecipazione della nostra classe a un progetto sulla Resistenza. Ho ancora l’elaborato finale nella mia casa, ad Ascoli. Ricordo le gite fatte sui luoghi in cui i partigiani combattevano contro fascisti e nazisti, le domande fatte ai sopravvissuti, a chi quella guerra l’ha vissuta. Ricordo il film su Anna Frank. E poi crescendo ricordo la mia passione – anche se è un termine forse brutto per il tema – per tutti i film sulla Seconda Guerra Mondiale e non solo. E ancora le lacrime per avermi costretto a entrare ad Auschwitz nella gita delle superiori. Io che non volevo vedere quelle immagini, io che non sono riuscita a gestire le emozioni, soprattutto quando ho visto quegli abiti piccolissimi che appartenevano a bimbi, le vittime più innocenti della malvagità umana. Ho sempre provato molto interesse per la Storia, soprattutto per questi anni; dentro di me c’è sempre quella voglia di conoscere, sapere, ricordare. Perché non si dovrebbe MAI, mai, mai dimenticare. E in questi anni in cui certi termini tornano alla ribalta provocando nausea e spavento, c’è ancora più voglia di leggere libri da parte di chi quella guerra l’ha vissuta. Voglio fare una premessa e poi chiudo l’argomento: no, non sono una di quelle persone che attacca solo il Fascismo e il Nazismo, ma so benissimo anche cosa sia successo in Russia e so delle Foibe. La violenza è sempre un male. Punto. Le dittature, i regimi violenti che spezzano vite umane sono il male. Non mi interessano i colori politici. Certe atrocità non vanno mai dimenticate. Chi incita all’odio dovrebbe essere fermato, perché la Storia corre il rischio di ripetersi.
Chiusa questa breve parentesi. Perché tutto questo discorso introduttivo? Perché questo mio interesse mi ha spinta in questo mese ad assistere a quattro Lezioni sul Novecento, presso il Circolo dei Lettori di Torino, a cura di Giorgio van Straten, scrittore e traduttore, già direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York.
Quattro appuntamenti con Quattro grandi Scrittori Italiani: Primo Levi (Se questo è un uomo), Mario Rigoni Stern (Il sergente nella neve), Beppe Fenoglio (Una questione privata) ed Elsa Morante (La Storia).
Per me è stata anche l’occasione non solo di conoscere scrittori di cui sapevo poco, ma anche di leggere nuovi libri. O meglio, finora sono riuscita a leggere Il Sergente nella neve – di cui vi parlo oggi – e Una questione privata di Beppe Fenoglio. Ma nei prossimi mesi (spero entro gennaio) recupero Levi e Morante!
Oggi, quindi, vi propongo i miei pensieri sulla base della mia lettura e di quanto ascoltato nella lezione, su Mario Rigoni Stern e il suo bellissimo libro “Il sergente nella neve” edito da Einaudi.
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