Teatro

» Il Musical: una passione che nutre l’anima.

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Tra le mie tante passioni, ce n’è una che seguo sin da bambina: il musical.
No, non frequento corsi, sono solo una spettatrice che ama nutrirsi di emozioni che il teatro e gli Artisti sanno donare al tuo cuore, alla tua anima.
Ricordo sempre con gioia il primo momento in cui ho messo piede nel bellissimo teatro della mia città per lasciarmi accogliere da questo splendido mondo: il musical era “Sette spose per sette fratelli”, e lì, al sicuro nel palchetto insieme a mia sorella, ho iniziato a sognare. La televisione e il cinema possono donare emozioni ma, a mio modesto parere, non sono mai così forti come quelle donate da Artisti che puoi vedere e ascoltare dal vivo. Persone che coltivano un lavoro meraviglioso e che, una volta sul palco, si spogliano della loro essenza per lasciare entrare dentro di sè il personaggio che è stato loro affidato. Ci sono ansia, attesa, si effettuano riti scaramantici o forse anche qualche preghiera, ma poi, quando il sipario si alza, devi lascarti andare e dare il massimo. Fare arrivare l’emozione al pubblico, coinvolgerlo totalmente, rapirlo, e poi… alla fine, quando tutto è concluso, è bellissimo vedere quei sorrisi densi di gratitudine e quegli occhi colmi di emozioni.

 

 

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Teatro Ventidio Basso – Foto di Marta Peroni.

Quello del Teatro è un mondo in cui si crea una sorta di legame magico tra pubblico e attori. Non posso conoscere a fondo le sensazioni provate dagli artisti, ma posso provare a descrivere quelle che una semplice spettatrice prova.
L’attesa mi provoca una sorta di ansia mista ad eccitazione. Sei lì, sprofondata tra quelle poltroncine rosse, quando finalmente annunciano l’inizio dello spettacolo. Dalle prime note, dai primi balletti, il tuo cuore inizia a palpitare più forte… e gli occhi si spalancano, pieni di meraviglia, e spesso di orgoglio nel vedere artisti che adori metterci il cuore e l’anima. A volte anche semplicemente perché vedi questi giovani buttarsi in qualcosa di realmente bello, che fa bene, anziché perdersi nella vacuità di questa vita dove smartphone e altre tecnologie uccidono i cervelli, e la vita.

E poi capita di immedesimarsi in uno o più dei personaggi, a seconda della storia, seguirli lungo la trama, il percorso; guardare con stupore e ammirazione le acrobazie e i balletti; e a seconda del musical non puoi non ridere o versare qualche lacrima. Sono quasi sempre storie che ti entrano dentro, o che comunque ti permettono di trascorrere qualche ora lieta, distante da una vita che non sempre riesci ad accettare con facilità.

Come dicevo, il mio amore per il musical è nato da bambina; ma nel corso degli anni è diventato sempre più forte, divenendo per me di tale importanza che non posso resistere ad andare a teatro più volte all’anno (se poi i prezzi fossero più accessibili, farei molto di più!).
Nel corso di questi miei 30 anni, ne ho visti diversi. Tra amatoriali e più professionali. Tra grandi spettacoli e Off.
Da Sette Spose per Sette Fratelli (già citato), a Grease, Rugantino (proposto da alcuni ragazzi della mia città), a Giulietta e Romeo e Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo – due spettacoli diversi, che racchiudono però una delle più belle tragedie d’amore -, al meraviglioso e più conosciuto Notre Dame de Paris – spettacolo che mi ha fatto totalmente innamorare di questo mondo -, al Divino Sister Act, il fantastico Priscilla la Regina del Deserto, fino all’intramontabile Jesus Christ Superstar, ogni anno visto in tv, ma che ho avuto anche l’onore di vedere dal vivo con il grande Ted Neeley. Ma ho avuto l’opportunità di vedere anche spettacoli nascere e crescere: come Processo a Pinocchio, un piccolo gioiello di risate e lacrime; o uno degli spettacoli che più mi ha toccata ma che in Italia dovrebbe avere un maggior riscontro: Next To Normal. Quest’anno ho in progetto di vedere almeno due musical a Roma: L’Ultima Strega – un musical sulla storia dell’ultima donna accusata di stregoneria – e Jersey Boys, che ora posso dire con orgoglio sta ottenendo un bel successo in Francia!

Ma ovviamente questi sono solo quelli visti a teatro, più altri che al momento mi sfuggono…
In tv ne ho visti altri, ovviamente: Grease, Sette Spose per Sette Fratelli, Mary Poppins, La piccola bottega degli orrori, Jesus Christ Superstar, West Side Story, Tutti insieme appassionatamente, Evita… e molti altri!

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C’è un libro che vorrei consigliarvi a riguardo, e che ho letto qualche settimana fa: “Il Musical Americano da Broadway a Hollywood” di Walter Mauro. Quella che viene descritta al suo interno, è tutta la storia della nascita del “Musical” dal primo spettacolo del 1866 fino agli anni Novanta, focalizzandosi sugli Stati Uniti e il mito di Broadway. L’autore ci fa un elenco di artisti, registi, musicisti, e via dicendo che hanno portato alla nascita e al successo di questo genere teatrale; distinguendo anche tra spettacoli teatrali e cinematografici (inserendo all’interno di questo contesto anche la Disney e i suoi cartoni animati fatti di musiche e canzoni).

Inizialmente fa anche un elenco di quelli che sono… Gli elementi essenziali del musical:

  • Consistenza dell’intreccio: far divertire gli spettatori allontanandoli dalle inquietudini della vita e dalle preoccupazioni del quotidiano.
  • Momento di musica vero e proprio: motivi molto orecchiabili, sì da essere cantati di continuo e in ogni occasione.
  • Scenografia, costumi, coreografia: ricavate dal mondo della rivista e del varietà.
  • Ambientazione.
  • Trame di opere teatrali già collaudate con successo: opere liriche, commedie, operette, romanzi celebri.

A mio avviso, tutti questi elementi, unito alla bravura e al talento di giovani che ci mettono il cuore nel portare in scena il proprio lavoro e personaggio, spiegano perfettamente perché io ami profondamente questo genere teatrale.
Vi consiglio di andare a teatro, perché è davvero un luogo da cui esci con il cuore gonfio di emozioni.

Prossimamente parlerò anche di alcuni musical che ho visto, sperando di poter toccare anche un poco le corde dei vostri cuori.

A presto,

Marta.

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