Il vento
è l’amante tenero dell’onda:
dal fondo la sommuove tutta
in un gorgo che spumeggia.
Se l’anima dell’uomo
è acqua,
il suo destino
è vento.
– Goethe, da Canto degli spiriti sopra le acque –
Mi sono sempre definita una persona romantica.
Non intesa come una di quelle che guardano o leggono solo storie d’amore, bensì per altri motivi che ho riscontrato nel testo di cui vi parlerò oggi.
Spesso mi capita di sentirmi una persona un po’ persa in un mondo che per certi versi sembra limitare quello che provo dentro. Ipersensibile, emotiva e spesso non compresa. A volte la realtà mi sembra così soffocante, che trovo ristoro solo nella bellezza: della natura, di un’opera d’arte, di parole che hanno quella magia insita capace di trasportarti in un altrove dove finalmente hai la sensazione quasi di sentirti meglio. Di fronte a un tramonto il mio animo è quasi sconvolto: mi è capitato più di una volta di provare un’emozione molto forte, come se la mia anima avvertisse una sorta di commozione difficile da gestire. Come del resto passerei ore e ore a osservare la luna, scossa da malinconia.
Amo la città, ma capita sovente di avvertire come una sensazione di prigionia, quasi, di soffocamento, soprattutto quando non riesco a scorgere il cielo, il riparo del tramonto, la bellezza del verde.
L’ho riscontrato anche di recente.
Il lockdown mi ha tenuto per sei mesi lontana da casa, dalla mia terra, dalle mie Marche. A volte ho avuto la sensazione che mancasse un pezzo di me, che si fermasse il respiro, quasi – e no, niente battutine tristi! – . Ma quando finalmente ho potuto far ritorno a quella che resterà sempre casa, ho lasciato scorrere lo sguardo verso i miei amati Sibillini, le colline, i tanti alberi d’ulivo, e ho permesso all’emozione di avvolgere la mia anima. È una sensazione che non si può descrivere.
Ma so che forse, nel mio intimo, un po’ di quello spirito ribelle del romanticismo coinvolge anche me. La me sempre alla ricerca della bellezza.
Ed è per tal ragione che questo titolo l’ho desiderato subito.
Non me ne intendo molto di poesia, in verità; e, infatti, è il genere che leggo meno.
Non perché non mi piaccia, ma perché spesso sento di non comprenderla in maniera adeguata. Mi sento confusa, un po’ persa. Ci sono anche dei casi in cui, però, resto estasiata dalla bellezza dei versi, dall’immagine poetica che i vari autori riescono a donare: di un determinato paesaggio, persona, o il riflesso della propria natura interiore.
Quando ho scoperto questo libro, pubblicato dalla casa editrice LiberiLibri a cura di Cesare Catà – autore che apprezzo molto – ho deciso di andare oltre la siepe, il mio ostacolo, e cercare di provare a leggere alcuni di questi versi accuratamente selezionati, dei più importanti poeti inglesi e tedeschi del Romanticismo.
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